Psicologia

Masochismo: la Vittima è il Carnefice

Scritto da Cristiana Gallo

Ricette ‘o Pappice vicino ‘a noce: ramm ‘o tiempo ca te spertoso”

Antico detto napoletano

Il masochismo è da sempre uno dei temi più complessi delle teorie psicologiche e si è sempre mostrato come difficilmente trattabile in psicoterapia tanto da potere asserire che, i soggetti trattati con questa struttura caratteriale dopo un primo miglioramento superficiale hanno una ricaduta.

Questa resistenza al trattamento portò in ambito psicoanalitico alla nascita del noto concetto della reazione terapeutica negativa.

Da queste difficoltà nel trattamento dei pazienti partì la teorizzazione freudiana sull’istinto di morte, che però non riusciva a spiegare efficacemente la struttura del carattere masochista allontanandosi da una spiegazione specifica dello stesso.

Dalla trattazione freudiana sulla pulsione di morte a quella reichiana basata su una lettura biologica delle nevrosi, si è compiuta molta strada verso la comprensione sia del masochismo come struttura caratteriale sia del masochismo come tratto tangente tutti i caratteri, in termini di resistenza.

Tra le scoperte più importarti vi è l’aver allargato la lettura dei problemi concernenti il masochismo oltre le situazioni specifiche relative al comportamento sessuale. La grande differenziazione tra masochismo sessuale e masochismo morale, già avvenuta in epoca freudiana, né è la dimostrazione.

Il trauma relativo a questa struttura risiede nella colpevolizzazione da parte dei genitori di ogni tentativo di affermazione individuale del bambino. Ciò porta il masochista a sviluppare dal punto di vista psicologico un atteggiamento di compiacenza vittimistica, dietro la quale si nasconde astio e risentimento.

La struttura del carattere masochista è quella dell’individuo che costantemente si lamenta della sua sofferenza, ma si mostra incapace di risolvere la sua situazione, ripetendo nella sua vita un copione dove autofrustrazione e frustrazione dell’altro arrivano a combaciare e dove egli rimane apparentemente remissivo, pur sfinendo l’altro che vi si rapporta, con il suo lagnarsi continuo.

La chiave del masochismo morale va inquadrata proprio in questo senso: l’autofrustrazione costante e la frustrazione conseguente del suo contesto relazionale, vede il suo proporsi come vittima creando e ricreando nell’altro il carnefice, ignorando il carnefice che agisce costantemente in lui.

Autore

Cristiana Gallo

Psicologa iscritta all’Albo degli Psicologi del Lazio con il numero 15468. Psicoterapeuta ed Analista Bioenergetica specializzata in Psicoterapia Individuale e di Gruppo. Grafologa.
Conduttrice di Esercizi di Bioenergetica e Insegnante Yoga.