Psicologia

Il Bambino Manipolato e il Carattere Narcisista

Scritto da Cristiana Gallo

“Il seduttore guarda alla vita come fa il guerriero. Vede in ogni individuo un castello cinto da mura da assediare.”
Robert Greene

Discutere e ragionare intorno al narcisismo prevede il rivolgimento dell’attenzione alle primissime interazioni tra il bambino e le sue figure di accudimento. E’ chiaro che tale attenzione vada a concentrarsi sulle modalità del suddetto accudimento ove sono proprio tali modalità che contribuiscono nel patologizzare il narcisismo producendo alterazioni dannose durante il processo di formazione dell’identità del bambino.

Coerentemente alla visione bioenergetica, che guarda ai problemi del narcisismo come sempre nascenti e determinati nel rapporto e nelle difficoltà tra figlio e genitori, viene posto l’accento sulla relazione.

La letteratura in tema di narcisismo riconosce l’esistenza, nei bambini che sviluppano problematiche ad esso legate, di una particolare inclinazione intuitiva a saper cogliere atteggiamenti ed aspettative non dichiarate dagli altri, ossia di una sensibilità spiccatamente specializzata nel cogliere tutto il sommerso delle comunicazioni del livello “non verbale”.

Questa sensibilità renderebbe tali bambini più vulnerabili ad essere inconsciamente scelti dai genitori come estensioni narcisistiche, di conseguenza avrebbero maggiori possibilità di divenire adulti narcisisti.

In qualche modo il rapporto genitore figlio è invertito poiché il bambino viene utilizzato per soddisfare e placare i bisogni del genitore.

Sono i casi in cui i bambini diventano di importanza vitale non per ciò che sono in realtà bensì per la funzione che svolgono.

L’individuo che ha problematiche legate al narcisismo ha alle sue spalle un’infanzia difficile dispiegatasi in contesti familiari infelici. In tali contesti il rapporto tra i coniugi si compone di incomprensione reciproca relativamente alle angosce di ognuno dei partner che, nel proprio passato, ha avuto un’infanzia segnata da ferite, delusioni e frustrazioni.

Un rapporto coniugale difficile può generare un ambiente familiare più o meno disfunzionale a seconda di quanto si estendano solitudine, violenza psicologica o fisica, ecc.

In condizioni tali, dove i partner in modo variabilmente aperto si fanno la guerra, il destino dei figli è quasi sempre quello di essere triangolati nel rapporto tra i genitori.

Ciò che esattamente accade a chi diventerà un adulto con problematiche narcisiste e che l’alleanza richiesta al figlio da uno dei genitori, come richiesta inconscia di risarcimento dell’amore non avuto dai propri genitori, ha caratteristiche di seduzione e manipolazione.

Inoltre, i contesti familiari ed ambientali di cui si sta trattando sono contraddistinti da atmosfere altamente valutative e poco importa se tali valutazioni saranno positive o negative poiché, in entrambi i casi, il bambino non potrà comunque creare un rapporto autentico con il proprio Sé.

Più spesso la valutazione all’interno di suddette famiglie ha valenze negative: il figlio per uno dei genitori o per entrambi, non è mai sufficientemente adeguato alle aspettative pregresse rispetto a lui.

Altra situazione e quella che vede il bambino in un ambiente dove viene sempre incoraggiato positivamente. Si pensi che un bambino sempre elogiato con orgoglio e plauso farà suo il destino di essere giudicato, anche se ciò avviene in senso positivo, e inconsciamente sentirà l’inganno insito dell’essere sempre bello, bravo e buono, fino a serbare l’idea di essere un impostore poiché non troverà corrispondenza tra la sua realtà e la sproporzionata adulazione genitoriale.

Quest’ultima posizione descritta è ancora più ingannevole agli occhi di un bambino che sarà sempre più insicuro poiché sarà per lui impossibile calzare un’immagine di Sé così altamente idealizzata.

Risultato ultimo, per le costellazioni familiari che favoriscono la nascita di problematiche narcisistiche, sta nel fatto che il bambino resterà indelebilmente segnato nella sua più intima struttura da tutto ciò che del suo vero Sé sarà negato, sminuito, rinnegato, misconosciuto, ecc.

Il bambino pagherà tali vissuti con un profondo senso di rifiuto di se stesso che lo porterà ad attuare tutta una serie di modalità atte ad evitare il dover riaffrontare le pene del suo passato interiore ed esteriore. Egli sentirà che non è per lui possibile tollerare di essere umiliato e svergognato di nuovo e, per evitare ciò, vivrà la sua vita mascherando la sua insicurezza dietro un’immagine grandiosa.

Autore

Cristiana Gallo

Psicologa iscritta all’Albo degli Psicologi del Lazio con il numero 15468. Psicoterapeuta ed Analista Bioenergetica specializzata in Psicoterapia Individuale e di Gruppo. Grafologa.
Conduttrice di Esercizi di Bioenergetica e Insegnante Yoga.