Psicologia

Una mappa per l’inconscio

Scritto da Cristiana Gallo

La vita le si esauriva nel ricamo del sudario. Si sarebbe detto che ricamava durante il giorno per disfare il lavoro di notte, e non con la speranza di sconfiggere in quel modo la solitudine, ma tutto al contrario, per sostenerla.
Gabriel Garcìa Màrquez

La psiche si compone di due parti: conscio ed inconscio. Tra le due, l’inconscio è la parte che con più difficoltà riusciamo a stabilizzare in un costrutto costante.
I livelli consci della mente ci danno un senso di maggiore linearità e congruenza pur non possedendone le caratteristiche.

La mente cosciente di un dato momento è solo una piccolissima parte del tutto inconscio e in ogni momento cambia la piccola parte dell’inconscio che la mente sceglie di rendere cosciente. Tutto il resto è inconscio, compreso ciò che era cosciente un attimo prima di questo attimo.

Sembra farraginoso il processo dell’alternanza delle parti consce col tutto inconscio, ma qualche esempio può aiutarci: proviamo a paragonare la mente inconscia ad un computer e pensiamo a come lo utilizziamo. Ciò che vediamo sullo schermo in un dato momento è la parte consapevole di tutti i dati che il computer contiene e che sono inconsapevoli, fino a quando non li richiamiamo a livello cosciente. Naturalmente lo schermo, il campo di coscienza, cambia in continuazione.

Ciò che è consapevole ora, può diventare inconscio tra poco per lasciare spazio ad un altro dato di coscienza e così continuamente. Come quando ti presentano una persona e il suo nome: chiarissimo a livello cosciente nel momento della presentazione, non viene più ricordato qualche minuto dopo.

La mente conscia è rivolta alla mente inconscia tutte le volte che si pone domande che sa esistere in se ma contemporaneamente in quell’istante non conosce, basti pensare a tutte le domande interne che cercano di chiarire i perché di una sensazione o di uno stato. Quindi sappiamo che le risposte che ci riguardano si trovano da qualche parte dentro di noi senza tuttavia riuscire sempre a renderle intellegibili. In altre parole, sappiamo che il dato che cerchiamo è nel computer e non riusciamo a visualizzarlo sullo schermo.

Le mappe inconsce sono mappe che disegniamo ad ogni ricerca del conscio verso il territorio inconscio. Tali mappe sono in continuo sviluppo e mutamento senza mai tuttavia poter essere terminate. Esse hanno a che fare con tutto quanto sappiamo essere psichicamente reale senza tuttavia essere cosciente.

Le mappe inconsce sono il grande ricamo della nostra vita profonda, che eternamente tende le fibre dall’identità all’essenza, nel tentativo di accarezzare, tracciando di filo un senso o un sogno, un territorio infinito di sapere che non sappiamo.

Autore

Cristiana Gallo

Psicologa iscritta all’Albo degli Psicologi del Lazio con il numero 15468. Psicoterapeuta ed Analista Bioenergetica specializzata in Psicoterapia Individuale e di Gruppo. Grafologa.
Conduttrice di Esercizi di Bioenergetica e Insegnante Yoga.