Psicologia

Il Gioco Come Porta D’accesso all’Inconscio del bambino

Scritto da Isabella Lipperi

Il contributo più importante e rivoluzionario di Melania Klein alla psicoanalisi infantile, è l’aver individuato nel gioco la porta d’accesso all’inconscio del bambino.

Il gioco, infatti, permette al bambino di drammatizzare le proprie fantasie, facendo così emergere i conflitti interiori, o meglio, la relazione con i suoi oggetti interni.

Secondo Melania Klein, infatti, le figure genitoriali vengono introiettate dal bambino e scisse in figura buona e figura cattiva. Attraverso il processo di traslazione, il bambino vede nell’analista a volte il genitore buono, altre volte quello cattivo .

Il Super-io non nasce, quindi, al tramonto del complesso edipico, ma è già presente nel bambino in una fase precedente, pre-edipica.

Nel 1923 Melania Klein arriva a strutturare una vera e proprio tecnica per l’analisi dei bambini:

  • L’analista e il piccolo paziente devono incontrarsi regolarmente, cinque volte a settimana per cinquanta minuti.
  • Il mobilio della stanza deve essere funzionale e a misura del bambino.
  • Egli riceve giocattoli di piccole dimensioni, rappresentanti uomini e donne, bambine e bambini, animali e figure varie.
  • Ci sono anche altri materiali per disegnare, colorare e ritagliare.
  • Nella stanza è presente un lavabo. L’acqua può divenire un elemento importante durante il percorso di analisi.

Il materiale con cui il bambino può giocare, deve essere “neutro”, non suggerire un gioco specifico, proprio per non influenzare o condizionare le scelte del piccolo. L’analista deve cogliere la simbologia nascosta nel gioco del bambino, analizzarla, e superare eventuali momenti di inibizione al gioco, attraverso l’interpretazione, proprio come avviene con la tecnica delle libere associazioni applicata nel trattamento degli adulti.

Autore

Isabella Lipperi