Analisi Bioenergetica

L’agghiacciante deriva Narcisistica: Negare i Sentimenti

Scritto da Cristiana Gallo

“Il falso-Sé si organizza come difesa del vero-Sé, nel senso che quest’ultimo è stato traumatizzato e per evitare che venga ferito di nuovo il bambino opera un vero e proprio camuffamento. Nel tempo e nella vita adulta  questo camuffamento permette di tenere al riparo, mascherate e occultate, problematiche profonde o almeno questo è l’obiettivo.”

Donald W. Winnicott

Il bambino che deve rifiutare il Sé che il genitore ha trovato discutibile deve rifiutare i propri sentimenti.

Per rifiutare i propri sentimenti il bambino dovrà negarli e con loro negherà la vita del suo corpo, poiché un sentimento altro non è che la percezione di un movimento interno al corpo.

Un bambino potrà, per evitare di sentire il corpo, bloccarne il movimento o, come frequentemente risulta dalle modalità degli adulti con problematiche narcisistiche, bloccare la funzione percettiva.

La negazione è un meccanismo difensivo che permette al soggetto di non prendere coscienza di un’idea o di un sentimento che, ad un livello inconscio egli percepisce, potrebbe causargli conseguenze dolorose, ad esempio un senso di vergogna.

Non si tratta di un meccanismo simile a quello della dissociazione dove si perde totalmente il senso del tempo e dello spazio, piuttosto la negazione vede l’Io del soggetto osservare il suo corpo come fosse un oggetto. Ignorando il Sé corporeo fino a dimenticarlo questo si scarnifica e si rende trattabile e osservabile come un qualunque altro oggetto.

Inoltre, la dissociazione ha la funzione di proteggere il soggetto dalla consapevolezza di idee e affetti alterando l’esperienza cosciente ad un livello globale, mentre la negazione vede il soggetto rimanere presente e consapevole, tenendo fuori solo l’idea e l’affetto.

Ignorando il corpo attraverso la negazione dei sentimenti lo si rende un oggetto dell’Io sotto stretto controllo della volontà. Un corpo così ridotto non può concedersi il piacere poiché il piacere del corpo è per sua stessa essenza indipendente dal controllo dell’Io.

Più l’Io controlla il corpo più sarà forte l’immagine legata al falso-Sé.

Rinchiudersi nel mondo del falso-Sé per proteggersi dalle emozioni obbliga l’individuo a proporre un’immagine di se stesso accettabile nei contesti frequentati.

Ciò è ritenuto tollerabile esclusivamente nella misura in cui si celano le proprie emozioni agli altri e a se stessi. Inoltre, questo comportamento protratto nel tempo e assunto dal soggetto come abituale, rende incapaci nel decifrare l’autenticità del patrimonio emozionale interiore e nel decifrare anche quando le risposte ad un interlocutore siano forzate, coatte e compulsive.

Nel caso di individui con problematiche legate al narcisismo la necessità di proiettare nel mondo l’immagine e il falso-Sé impone la censura di qualunque sentimento contrario e dissonante, che mai raggiungerà la coscienza. Qualunque movimento o azione, interna o esterna al soggetto, che può mettere in discussione l’immagine viene rivisitata e ristrutturata in modo da esservi accostabile.

Tornando alle due modalità con cui è possibile negare le emozioni è possibile notare una coincidenza tra queste e strutture corporee piuttosto differenti.

Gli individui con corpi statuari e gonfiati userebbero, per bloccare la percezione del sentimento, la rigidità corporea. Tutto il loro apparato muscolare assumerebbe tensioni croniche al fine di produrre un intorpidimento generale. Mentre gli individui narcisisti con un corpo più elastico userebbero il già citato blocco percettivo per negare i sentimenti.

Tale blocco percettivo opererebbe come una modalità di percezione selettiva, ossia che taglia via dall’esperienza parti di realtà. Le parti di realtà escluse sono quelle che porterebbero il soggetto a vedere e sentire il suo problema in qualche modo e, dato che ciò è impossibile poiché vedere quelle parti causerebbe un dolore tale da mettere a rischio l’equilibrio personale, il meccanismo di negazione dei sentimenti avrà certamente una ben sperimentata efficacia.

Nel tempo, infatti, tale meccanismo diviene talmente parte del soggetto da essere automatico ed inconsapevole e questo colpisce molto se si riflette sul fatto che le prime attuazioni di negazione avvengono in modo differente: il soggetto innanzitutto percepirebbe la situazione dolorosa e solo dopo aver preso coscienza dell’impossibilità di cambiarla la negherebbe.

Questo chiarisce come l’atto del negare sia all’inizio consapevole e come solo successivamente diventi inconsapevole rendendo automaticamente impercettibile al soggetto il dolore connesso ad una situazione o la bruttezza di un accaduto. Il soggetto narcisista vedrà e vivrà al posto di dolori e bruttezze situazionali il corrispettivo dell’immagine positiva da lui stesso creata, ossia immaginata come vera e reale.

Sono solo due gli elementi che aiutano a identificare la persona che attua la negazione dei sentimenti, in apparenza infatti, questi sembra del tutto normale:

Il primo elemento è definito dalla cura prestata dal soggetto nella presentazione della sua immagine che immediatamente riporta alla tematica di creazione del falso-Sé del narcisista.

Il secondo elemento ha a che fare con le caratteristiche del suo sguardo. Lo sguardo del narcisista è uno sguardo del tutto peculiare: non è mai una sguardo assente, ne mai si allontana dalla realtà della situazione che vive in quanto è in grado di registrare ogni azione sua e di altre persone, ma non guarda i suoi interlocutori come degli esseri che hanno emozioni. Egli nega le proprie emozioni di conseguenza non potrebbe mai sintonizzarsi su quelle degli altri.

Ed è in tal senso, guardando al proprio corpo e alla propria emozionabilità e all’emozionabilità altrui come ad oggetti, che si dispiega la frattura con la realtà della personalità narcisista.

Autore

Cristiana Gallo

Psicologa iscritta all’Albo degli Psicologi del Lazio con il numero 15468. Psicoterapeuta ed Analista Bioenergetica specializzata in Psicoterapia Individuale e di Gruppo. Grafologa.
Conduttrice di Esercizi di Bioenergetica e Insegnante Yoga.