Analisi Bioenergetica

BioenergeticaMente verso il Cuore

Scritto da Cristiana Gallo

“Dietro la maschera di ghiaccio che usano gli uomini c’è un cuore di fuoco.”

Paulo Coelho

L’uomo moderno vive una società in cui alla mente viene dato molto potere e questo lo spinge a coltivarla eccessivamente a discapito delle emozioni.

La mente pensa le emozioni ma non le “prova”. Le emozioni sono si sintetizzate dalla mente, ma la loro nascita risiede, attraverso le sensazioni, nel corpo.

Il corpo è del tutto “inconscio” oggi: non si percepisce che esso è emotivo, lo si usa come uno strumento e il più delle volte quest’uso è del tutto inconsapevole.

L’uomo emotivo viene giudicato. Le emozioni vengono vissute come fuorvianti la mente adulta, rendendo l’uomo debole, infantile, immaturo.

I giudizi sono così tanti che si diventa timorosi rispetto all’emozionarsi e si impara molto presto ad escludere la maggior parte dei sentimenti andando direttamente nella testa.

A poco a poco il cuore, regolatore di tutte le emozioni, diventa solo un organo che pompa sangue eppure è solo attraverso il cuore che siamo collegati al tutto.

La mente è una risorsa enorme se viene usata in accordo con le emozioni. Da tale accordo nasce la possibilità di far salire la nostra energia e di conseguenza vibrare sui sentimento.

Usare questa risorsa è la soluzione a tutti i disagi. Quando i pensieri si accordano ai sentimenti c’è equilibrio, un equilibrio che parte dal profondo dell’essere e non dipende da quello che si trova fuori.

Troppo spesso invece, il disagio creato dalla frattura tra la mente e il corpo fa si che si recitino dei ruoli che sempre più allontanano dalla propria verità interiore creando una intensa dissociazione interiore. E, anche quando si avverte in profondità di non essere il ruolo che si sta recitando e di conseguenza non si riesce a recitare bene la propria parte, (perché non si tratta della propria realtà autentica e contemporaneamente non si può trovare la propria autenticità), ci si trova costretti a recitare, poiché quel ruolo fornisce una serie di vantaggi relazionali, economici relativi al potere, alla rispettabilità, etc.

Togliersi una maschera fa percepire il rischio di perdere tutto ciò che fino a quel momento si è costruito. Ed è la percezione di questo rischio che spaventa a tal punto da indurre una lenta amnesia emozionale.

E’ così che si finisce per credere di essere la maschera che si indossa e così è anche più facile recitare; l’attore è più bravo quanto più annulla se stesso incarnando il personaggio ed identificandosi al punto di credere realmente di sentire ciò che il personaggio deve mettere in scena. Il bravo attore diventa ciò che recita.

Quando si dissociano i processi mentali da quelli emozionali, si perde qualunque possibilità di fiducia, di amore e di autentica apertura, restando isolati ed esiliati da se stessi e dagli altri e pagando una condizione di grande sofferenza.

Autore

Cristiana Gallo

Psicologa iscritta all’Albo degli Psicologi del Lazio con il numero 15468. Psicoterapeuta ed Analista Bioenergetica specializzata in Psicoterapia Individuale e di Gruppo. Grafologa.
Conduttrice di Esercizi di Bioenergetica e Insegnante Yoga.