Psicologia

L’Apparente Silenzio degli Innocenti

Scritto da Cristiana Gallo

Dentro ognuno di noi, nel più profondo abisso, troppo spesso dimenticato, risiede uno sconosciuto innocente che grida per essere ascoltato.

Lo sconosciuto è il Bambino che siamo stati, esso si esprime nel Sè Corporeo, dissociato.

E’ la parte ferita che è stata illusoriamente messa a tacere al fine di evitare di sentire il dolore, tuttavia essa risale, nel corso della vita, come un inevitabile rigurgito dopo un’indigestione.

Non è possibile infatti che le parti dissociate del Sé non si esprimano, così questo Bambino inascoltato trasforma la sua sostanza irrigidendosi ed esprimendosi in modo schizofrenico: da un lato, a sprazzi, nella vita riporterà sofferenza, dall’altro si trasformerà nel suo opposto e diverrà Carnefice di se stesso.

Come è possibile questo?

Ogni Bambino Ferito ha un “Protettore” che assume sostanza di Carnefice. Un bel paradosso di gran senso.

Qual’è il senso?

Il senso è che fa meno male il male che ci si procura da soli che il male procurato da chi si ama. Ed è questo il motivo per il quale nella vita si perpetuano modalità comportamentali e relazionali disfunzionali.

In tal modo è possibile ed addirittura congruo ripetere la disfunzionalità, poiché garantisce la protezione a quella parte del Sé già ferita, che tutto può sopportare tranne che ripetere la stessa esperienza di dolore.

Ma anche questo è un paradosso!

Sviluppando altre funzioni dell’Io come quella capace di osservare i Processi Interni, si può comprendere che quella stessa qualità della ferita del Sé, che porta l’individuo alla reiterazione del danno per salvarsi da un danno maggiore, è infondo anche e soprattutto il modo in cui si è alla ricerca di un “disvelamento”.

Si può infatti, con un prezioso lavoro su se stessi, vedere come il ripetere esperienze di dolore nella propria vita, ha a che fare con la chiara volontà inconscia di svelare la dinamica interiore per risolverla.

Accade di iniziare a comprendere che c’è un’altra strada, che ci deve essere quale Diritto di quell’Innocente, quando l’individuo si accorge che va incontro a quel dolore familiare e tuttavia non riesce a fermarsi riprocurandosi la ferita.

Questo, è un buon momento, un dono immenso, è l’occasione di guardare dentro di se per iniziare a Vedere davvero.

Autore

Cristiana Gallo

Psicologa iscritta all’Albo degli Psicologi del Lazio con il numero 15468. Psicoterapeuta ed Analista Bioenergetica specializzata in Psicoterapia Individuale e di Gruppo. Grafologa.
Conduttrice di Esercizi di Bioenergetica e Insegnante Yoga.